Attività di Progetto

Azioni di conservazione

C1: Eradicazione del Ratto Nero nelle Isole Tremiti

L’azione comprende: 1) atti amministrativi per acquisto dei materiali necessari per C1; 2) esecuzione dell’intervento in tutte le sue fasi; 3) coordinamento in fase esecutiva; 4) monitoraggio dell’esito dell’operazione.

Gli interventi saranno effettuati mediante distribuzione di esche rodenticide, secondo le metodologie più aggiornate adottate a livello internazionale e utilizzate anche su isole italiane (es. Giannutri - LIFE04 NAT/000172); Montecristo - LIFE08 NAT/IT/000353; Tavolara - LIFE12 NAT/IT/000416, Palmarola e Ventotene - LIFE 14NAT/IT/000544) e di altri Paesi europei. Le esche saranno somministrate dentro erogatori disposti su tutta la superficie insulare. A San Nicola, dove estesi settori costieri sono pressoché inaccessibili per l’elevata acclività e la franosità dei versanti, si ricorrerà alla distribuzione aerea di esche in contenitori biodegradabili secondo il protocollo messo a punto per Palmarola (a sua volta basato sui protocolli internazionali più aggiornati utilizzati per la distribuzione aerea di esche in pellet). Tale modalità sarà adottata anche nelle poche zone molto ripide delle 3 altre isole. Gli erogatori saranno disposti con una densità di 5-6 per ettaro, dove possibile collocati a distanze regolari di circa 40 m uno dall’altro. Ogni erogatore sarà georiferito con GPS. L’eradicazione sarà avviata nel periodo più idoneo rispetto a densità e attività riproduttiva dei ratti, rischio per specie non bersaglio, disponibilità trofiche per i ratti, secondo quanto emerso dalle indagini effettuate nell’Azione A1. Sarà in ogni caso evitato il periodo turistico estivo. I contenitori saranno riforniti 7-8 volte con intervallo minimo di 15-20 gg, via via più lungo con la diminuzione dei consumi. L’operazione si concluderà solo dopo due consecutivi controlli completi senza tracce di presenza di ratti. Le modalità esecutive che si adotteranno sono simili a quelle dei routinari interventi di derattizzazione effettuati in contesti urbani, con erogatori di difficile apertura (p.es. non forzabili da bambini) ed esche contenenti una sostanza che le rende inappetibili per l’uomo. Nelle zone trattate con elicottero si prevede di effettuare 3 lanci a una densità di 8-10 postazioni biodegradabili/ha. Complessivamente si prevede che la superficie totale delle aree trattate con erogatori, sarà di circa 190 ha, mentre ulteriori 20 ha saranno trattati con lancio da elicottero. Indicativamente saranno necessari: ca. 1800 erogatori per la distribuzione terrestre e ca. 480 biodegradabili per quella aerea; ca. 1900 kg di esche in blocchi paraffinati.

 

Nelle due isole abitate si prevede di svolgere almeno 2 incontri con la popolazione e di proseguire l’attività informale di coinvolgimento dei residenti, sulla base della positiva esperienza maturata a Ventotene.

L’avvio dell’eradicazione è prevedibile nell’autunno/inverno 2021/22. La fase principale avrà prevedibilmente una durata di 2,5-3 mesi, ma è prevedibile che almeno su San Domino le postazioni saranno mantenute attive per altri 10-12 mesi, per raggiungere tutti gli individui. Quando il consumo di esche sarà prossimo a zero saranno avviate attività di monitoraggio per rilevare eventuali ratti che dovessero evitare le postazioni (o le esche utilizzate), e in caso di presenza anche sospetta si cercherà di raggiungere questi esemplari con esche e contenitori diversi. Presumibilmente nelle altre isole l’eradicazione potrebbe essere completata entro 9 mesi.

 

Durante le fasi finali dell’eradicazione saranno avviate le misure di bio-security (cf. C5).

 

Le esche utilizzate non comportano rischi di inquinamento del suolo o delle acque di falda. I soli rischi significativi sono legati al possibile avvelenamento di specie non target che consumino le esche (avvelenamento diretto) o per passaggio nelle catene alimentari (avvelenamento indiretto). Le esche sembrano comunque avere tossicità molto bassa. I test preliminari (az. A1) permetteranno di individuare eventuali rischi e di adottare le misure opportune di tutela.

 

Sembrano da escludere rischi significativi (a livello di popolazione) per specie autoctone. Per ridurre il rischio a carico di rapaci migratori saranno adottate le opportune strategie di mitigazione (scelta del periodo, scelta del principio attivo). Misure cautelative saranno adottate, in accordo con le autorità coinvolte (Comune, autorità sanitarie e veterinarie) e la popolazione residente, per tutelare gli animali domestici nelle isole abitate. Si prevede di adottare le medesime precauzioni messe in atto a Ventotene, che hanno permesso di completare l’eradicazione senza nessun caso di intossicazione rilevato fra i circa 200 gatti randagi presenti.

Sarà inoltre raccomandato di tenere sotto controllo i cani durante i primi 2-3 mesi dell’operazione e saranno installati cartelli per segnalare i rischi derivanti dalla presenza di esche ai visitatori. Si ricorda comunque che le precauzioni adottate saranno le stesse messe in atto negli interventi svolte nelle aree abitate.

 

Il ratto nero è la maggiore causa di minaccia per la produttività di Calonectris diomedea e Puffinus yelkouan e presumibilmente la causa di estinzione di Hydrobates pelagicus melitensis in epoca remota. L’impatto della predazione di uova e pulcini è stato documentato in molte isole italiane, e può riguardare fino al 100% dei nidi (cfr Baccetti et al., 2009). I ratti, oltre che sugli uccelli marini, hanno un impatto diretto su numerose altre specie animali, vegetali (consumo dei semi) e, indiretto sull’equilibrio complessivo dell’ecosistema insulare, che beneficerà della loro rimozione con incremento dei livelli di naturalità, biodiversità (es. cessato consumo di semi di specie degli habitat 5330 e *6220 e 9540) e biomassa, ripristino della funzionalità degli ecosistemi con recupero delle specie vegetali i cui semi sono consumati dai ratti.

Miglioramento non quantificabile delle condizioni ecologiche per uccelli stanziali nidificanti al suolo o a modesta altezza e per uccelli migratori in sosta su tutte le isole, nonché per rettili, invertebrati, flora e vegetazione.

C2: Eradicazione dell’ailanto (Ailanthus altissima) sulle Isole Tremiti
L’azione sarà effettuata in tutte le aree in cui risultano singole piante o interi popolamenti di Ailanthus altissima nelle isole di San Nicola e in quella di San Domino, mentre in quella di Capraia al momento si può escluderne la presenza. Da un’analisi preliminare si stimano circa una ventina di nuclei nell’Isola di San Nicola (1000-2000 m2 di superficie interessata) e 30-40 nuclei in quella di San Domino (3000-8.000 m2 di superficie interessata). I lavori verranno eseguiti da una ditta specializzata in lavori forestali sotto la direzione lavori di un tecnico senior forestale che curerà anche la parte di contabilità dei lavori. Le difficoltà nell’eradicazione dell’ailanto risiedono nella eccezionale vigoria manifestata dalla pianta a seguito del taglio del fusto con emissione di numerosissimi ricacci dalle gemme avventizie radicali. Per questo motivo l’unico modo che conduce in tempi brevi al disseccamento della pianta è l’utilizzo di erbicidi sistemici che penetrando negli organi dei vasi linfatici vengono traslocati anche agli organi radicali. Vi sono ormai numerosissime esperienze condotte, anche in contesti del tutto simili, che dimostrano come non vi siano tecniche altrettanto efficaci. Grazie anche agli interventi condotti nell’ambito di altri progetti LIFE Natura in aree protette (es. LIFE08 NAT/IT/000353, LIFE12 BIO/IT/000213) si è potuto escludere nella maniera più assoluta effetti di contaminazione e/o danneggiamento agli ecosistemi o ad altre specie vegetali e animali. Questo perché la tecnica adottata è quella di spennellare la superficie di taglio con la soluzione erbicida (i cui componenti e la percentuale di diluizione ottimale saranno individuati nell’ambito del progetto esecutivo) senza che vi sia alcuna forma di dispersione. La molecola del principio attivo, traslocato nelle radici in brevissimo tempo, tende a disgregarsi e perdere totalmente le sue caratteristiche dopo poche settimane. L’intervento, per avere la migliore efficacia dovrà essere condotto nei mesi tardo estivi e nei primi autunnali (settembre-ottobre) e sarà importante iniziare il primo intervento di abbattimento (settembre 2021) partendo dalle piante portaseme (adulte di sesso femminile) al fine di evitare che il seme caduto a terra possa germinare nella primavera del 2021. Il materiale legnoso di dimensione apprezzabile sarà lasciato a disposizione del privato (se richiesto) o della popolazione locale se presente in proprietà pubblica. La ramaglia (comprensiva dei semi) verrà stoccata in luogo idoneo per poter essere abbruciata in sicurezza nei tempi e modalità consentite dalla normativa vigente sull’isola. Il problema della persistenza della germinabilità del seme al suolo (seed-bank), in base alla letteratura disponibile (cfr. https://www.fs.fed.us/research/highlights/highlights_display.php?in_high_id=1119) e alle esperienze pregresse già condotte anche da NEMO nelle isole di Capraia e Montecristo, può essere comunque risolto esclusivamente mediante ripetuti controlli con estirpazione manuale delle giovani plantule. Successivamente al primo intervento di taglio e spennellatura dei fusti seguiranno, per i successivi due anni (2022 e 2023), nuovi interventi di taglio e spennellatura dei polloni radicali eventualmente ricresciuti e l’estirpazione manuale delle piccole piante nate da seme. Già a partire dall’autunno 2021 saranno effettuate piantumazioni sostitutive sia nei terreni pubblici (San Nicola) che in quelli dei privati che ne faranno richiesta. Nel complesso sono previste 50 nuove piante di nuovo impianto. I controlli effettuati nei 2 anni successivi serviranno anche per valutare la necessità di risarcire eventuali fallanze. Alla chiusura delle operazioni in campo (ottobre 2023) seguirà la formale chiusura dei lavori con elaborazione della contabilità finale (dicembre 2023). I risultati attesi di questa azione sono: Eradicazione di Ailanthus altissima sulle Isole Tremiti Recupero di siti con condizioni stazionali potenzialmente idonei all’insediamento di vegetazione autoctona attualmente occupati dall’ailanto Incremento della naturalità complessiva dell’isola, con mantenimento e rafforzamento di biocenosi produttive e in grado di fornire alimentazione agli uccelli migratori in sosta Incremento a lungo termine dell’eterogeneità ambientale Aumento della consapevolezza nella popolazione locale sul tema delle specie aliene invasive e sulla importanza della conservazione attiva della natura.
C3: Eradicazione del senecione sudafricano (Senecio inaequidens) sul Gargano

L’azione prevede l’eradicazione completa del senecione sudafricano (Senecio inaequidens) dal Promontorio del Gargano, nelle immediate vicinanze del Parco Nazionale e nei territori limitrofi. Trattandosi di una presenza su superfici modeste e di un’attività in cui le indagini preliminari e il monitoraggio dei risultati sono parte integrante dell’eradicazione si è scelto di riunire attività preliminari ed eradicazione in una singola azione concreta.

L'obiettivo dell'intervento è di eradicare totalmente Senecio inaequidens dal Gargano, dove è stato recentemente rinvenuto in 2 aree distinte (San Giovanni Rotondo e Lesina), su una superficie occupata totale di circa 10.000 mq, distribuiti su circa 0.8 kmq nel sito di San Giovanni Rotondo e di circa 3.000 mq a Lesina.

La tecnica probabilmente più appropriata, considerando anche l’area di intervento piuttosto limitata, sarà quella messa a punto nel corso di attività pluriennali ancora in corso su popolazioni di Senecio inaequidens nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ovvero l’eradicazione manuale da ripetere per 3 anni.

L’utilizzo di erbicidi non viene preso in considerazione, data la dimensione ridotta delle popolazioni e la presenza a San Giovanni Rotondo di molti esemplari nelle immediate vicinanze di edifici abitativi.

La rimozione manuale è una modalità opportuna per formazioni di piccola estensione e non troppo dense, in siti facilmente accessibili. La tecnica permette, infatti, di selezionare le piante da rimuovere, lasciando in posto le specie autoctone.

L’efficacia della tecnica aumenta in ragione della tempestività di azione, con lo scopo di impedire a piccole infestazioni di senecio di andare a seme e diffondersi progressivamente (le popolazioni garganiche sono state recentemente segnalate). L’estirpazione deve interessare non solo l’apparato epigeo ma anche quello radicale, per mezzo di zappetti nei casi più impegnativi. La gestione delle piante sradicate è un aspetto importante che necessita di considerazioni in merito a vantaggi e svantaggi in termini legati all’economicità, all’efficacia del trattamento nel tempo e, non ultimo, alla sicurezza. In ogni caso il materiale sradicato sarà concentrato in singoli mucchi, destinati all’immediato abbruciamento o all’insacchettamento e smaltimento.

L’intervento di eradicazione del senecione sudafricano sarà realizzato nel 2020. Si ritiene probabile che nelle primavere successive (2021-2022) sia necessario eseguire un nuovo intervento relativamente significativo, per estirpare le plantule che dovessero germinare dai semi presenti nel suolo. Un ulteriore passaggio sarà effettuato nel 2023, per controllo ed eventuale ripetizione dell’intervento, la cui prosecuzione sarà programmata nell’After LIFE plan. Lo staff per gli interventi sarà composto da una squadra di 2 operai.

Fino a pochi anni fa la Puglia era l’unica regione italiana in cui tale specie non era segnalata. Solo nel corso degli ultimi 5 anni la specie è stata rinvenuta nei 2 siti pugliesi, lungo ferrovie e strade, che la specie predilige per conquistare nuove aree. Da questi siti, se non eradicato, ha la possibilità di invadere i pascoli circostanti.

Considerando la notevole distanza tra i 2 siti di presenza noti (Lesina e San Giovanni Rotondo), è possibile che esistano altri siti ancora non individuati sul Gargano. Si procederà, pertanto, alla ricerca di ulteriori stazioni negli ambiti ecologici propri della specie (piuttosto ampi) e in relazione alle 2 aree di presenza attualmente note nell’area in esame.

Azioni per garantire il risultato a lungo termine:

Accurato rilevamento delle aree invase ed eradicazione di tutti gli individui nell’area oggetto di intervento a partire dal 2020.

Ripetizione annuale degli interventi nei 3 anni successivi Creazione di una rete di early detenction and rapid response per la rapida e tempestiva individuazione e trattamento di nuovi focolai di invasione (in particolare, considerando l’importanza di ferrovie e strade come vie di espansione, verranno organizzati incontri di formazione per operatori Anas e delle ferrovie su riconoscimento della specie e necessità di un’immediata segnalazione al PNG.

C4: Azioni su specie vegetali aliene nel Litorale brindisino

Raccolta semi e coltivazione di materiale di propagazione autoctono

Il Parco delle Dune Costiere grazie alla collaborazione con l’ARIF e attraverso il coinvolgimento degli stakeholders, effettuerà 3 campagne di raccolta di semi e di talee di specie vegetali autoctone che potranno poi essere propagate all’interno delle aree oggetto di eradicazione di specie vegetali aliene. In particolare verranno raccolte e coltivate da seme o da talea almeno 1.000 esemplari di specie autoctone degli habitat dunali e retrodunali.

 

Eradicazione di specie vegetali aliene

Riguarderanno in particolare le aree lungo le infrastrutture stradali e quelle antropizzate per presenza di strutture di servizio alla balneazione presenti nelle aree retrodunali nonché le aree con presenza di habitat prioritari situate ai margini delle aree urbanizzate con abitazioni turistico-residenziali.

L’eradicazione sarà pianificata in modo estremamente dettagliato nell’ambito dell’Azione 3.3 grazie alle informazioni di dettaglio raccolte durante le Azioni 3.2 e grazie all’elaborazione attraverso software GIS dei dati raccolti nel geo-database.

L’eradicazione di specie arboree aliene infestanti come Ailanthus altissima, Robinia peudoacacia, Acacia saligna o Myoporum insulare avverrà con metodologie differenziate in base alla tipologia e dimensioni della pianta privilegiando il taglio con rimozione della ceppaia, praticando la cercinatura o taglio della pianta con spennellatura o iniezione di principio attivo, e ricorrendo all’aspersione fogliare solo in ultima analisi in occasione di eventuale ricaccio di polloni e nelle aree senza presenza di specie vegetali appartenenti ad habitat pioritari.

L’eradicazione di Carpobrotus avverrà tramite mediante estirpazione manuale o con attrezzi manuali (anche grazie all’organizzazione di una giornata con personale volontario) dei nuclei presenti in alcune zone dunali e retrodunali localizzate in vicinanza di aree antropizzate. Alla campagna di estirpazione eseguita durante la prima annualità, seguirà una fase di controllo di eventuale sviluppo di plantule dalla banca semi del suolo e una nuova fase di estirpazione di ricacci o nuove plantule nell’annualità successiva. L’eradicazione di altre specie aliene presenti in maniera puntuale nell’area (Agave americana, Opuntia sp.pl., Pittosporum tobira, Yucca gloriosa, Thuja sp.) avverrà attraverso eradicazione con attrezzi manuali. Tutto il materiale vegetale sarà allontanato o trinciato in loco al fine di evitare la propagazione per talea. L’azione sarà accompagnata da interventi di eliminazione selettiva di vegetazione infestante e contenimento di specie sarmentose con sfalcio selettivo della vegetazione erbacea, nonché da interventi di raccolta di eventuale materiale inorganico depositato. Al termine delle azioni di eradicazione nelle aree interessate saranno effettuati interventi di rinaturalizzazione degli habitat prioritari con specie autoctone moltiplicate a partire da germoplasma raccolto in loco.

 

Adesioni volontarie dei privati alla sostituzione di piante aliene con piante autoctone

Uno dei principali fattori di minaccia per gli habitat prioritari presenti nel Litorale brindisino è rappresentato dalla diffusione di specie aliene, in particolare ailanto, robinia, Myoporum, Carpobrotus, Yucca, Acacia dealbata, che sono state impiantate come verde ornamentale nei giardini delle zone residenziali presenti al margine del SIC stesso e che hanno poi iniziato a espandersi negli ambienti naturali. Pertanto, al fine di contenere tale diffusione, verrà realizzata, grazie anche alla collaborazione del Consorzio di Rosa Marina e del consorzio di Cala di Rosa Marina, che raggruppano la maggior parte dei proprietari, e in seguito alle attività dei laboratori sul riconoscimento delle specie vegetali aliene (Az. 5.3), una campagna per la sostituzione di piante appartenenti a specie aliene con specie autoctone provenienti da ecotipi locali. Con l’ausilio delle attrezzature acquisite dal Parco attraverso il progetto e del personale dell’ARIF potranno essere effettuate eradicazioni puntiformi di singoli individui o piccoli nuclei di specie aliene, su segnalazione dei proprietari qualora si trovino all'interno dei propri giardini.

Gli interventi si svolgeranno nell'inverno 2020/21 e vi saranno 2 ripetizioni negli inverni successivi.

C5: Misure di biosecurity

Messa in atto di misure finalizzate alla riduzione del rischio di reinvasione di aree oggetto di eradicazioni, necessarie per il mantenimento a lungo termine dei benefici ottenuti. Devono essere definite e applicate in modo rigoroso le misure specifiche per i ratti nelle isole Tremiti, data la rapidità con cui questi animali possono ricostituire rapidamente una popolazione e il rischio legato alla presenza di insediamenti umani stabili. Le misure indirizzate alle piante sono riferibili ad attività di rapid response e, con l’eccezione dell’ailanto nelle Tremiti, periodicamente dovranno essere messe in atto data la presenza delle specie aliene in aree contigue. Le misure concrete rivolte a Callinectes potrebbero essere inquadrabili come azioni di risposta rapida oppure di permanent control in funzione della frequenza di ricomparsa della specie, al momento attuale non prevedibile. Per tutte le specie e tutti i siti saranno previste azioni di sensibilizzazione e di coinvolgimento degli stake-holders come attività preventive.

La riduzione delle possibilità di ingresso dei ratti, descritta in maggiori dettagli perché a protezione dei risultati dell’azione più impegnativa, si ottiene mediante azioni nelle aree portuali di partenza, nelle navi di linea, azioni di informazione, e azioni per “intercettare” rapidamente eventuali roditori che dovessero giungere sulle isole. Le conoscenze sull’efficacia dei sistemi di “intercettazione” sono buone per le specie del genere Rattus (cf. Russel et al. 2008: Review of rat invasion biology. Implications for island biosecurity. Science for Conservation 286, Wellington, New Zealand, 54 pp.), ed esperienze significative sono state fatte anche dal beneficiario NEMO in vari Progetti LIFE italiani (LIFE08 NAT/IT/000353, LIFE12 NAT/IT/000416, LIFE13 NAT/IT/000471, LIFE 14NAT/IT/000544). L’adozione delle opportune misure dovrebbe garantire un sufficiente livello di biosicurezza (considerato raggiungibile anche in isole con una popolazione residente prossima a 1000 abitanti: Hilton e Cuthbert 2010. Ibis 152: 443–458).  Le esperienze maturate nei progetti LIFE già citati e in altri (Scilly Island, LIFE11 NAT/UK/000387).

Le misure di bio-security saranno attivate durante lo svolgimento dell’azione C1, e saranno a regime già durante le fasi conclusive delle eradicazioni. Le misure indicate sotto saranno prudenzialmente sovradimensionate durante il periodo coperto dal progetto, anche a scopo di monitoraggio, e potranno essere ridotte od ottimizzate entro la sua conclusione, una volta che saranno state comprese e sperimentate dai soggetti in diversa misura coinvolti nella loro messa in atto (gestori dei porti, residenti e proprietari di seconde case, agricoltori, gestori delle imbarcazioni che trasportano i turisti). La collaborazione richiesta ai soggetti su elencati (fare attenzione a non danneggiare gli erogatori su imbarcazioni e a terra, a proteggere le imbarcazioni con adeguata gestione di cime e ponte, adozione di semplici precauzioni in caso di trasporto di materiali a rischio sulle isole, distribuzione di pieghevoli informativi per diportisti) è poco impegnativa ed è comunque nel loro interesse in quanto l’eradicazione dei ratti produrrà un miglioramento delle condizioni di vivibilità sulle isole.

Le misure che certamente dovranno essere adottate sono in sintesi le seguenti:

Verifica ed eventuale riadeguamento delle attività di controllo roditori effettuate nei porti di partenza (porto principale Termoli, saranno considerati anche i porti di Vieste, Peschici, Rodi Garganico) installazione di erogatori a bordo delle imbarcazioni che garantiscono i collegamenti con le isole mediante revisione modalità di apertura/chiusura dei portelloni, adozione di sistemi per impedire la salita a bordo dei ratti (coni rovesciati sulle cime ecc.), adozione di misure precauzionali in caso di trasporto di determinate categorie di merci, ecc.; la definizione in dettaglio di eventuali misure specifiche da adottare sarà fatta in base a quanto emerso dalle indagini previste nell’azione A1. Durante il progetto si cercherà di ottenere la collaborazione delle Autorità Portuali e delle società di navigazione, in ogni caso le misure saranno garantite da un’ordinanza comunale finalizzata a prescrivere la loro adozione per tutte le imbarcazioni di linea che di anno in anno presteranno servizio.

Azioni di informazione presso residenti e proprietari di seconde case, pescatori, diportisti, al fine di attirare l'attenzione sulle possibili attività a rischio (definite in base all'azione A1) e sulle precauzioni da adottare sulle imbarcazioni private. 

Attivazione di un sistema di “intercettazione” (cf. Russel et al. 2008: Review of rat invasion biology. Implications for island biosecurity. Science for Conservation 286, Wellington, New Zealand, 54 pp) di eventuali roditori che dovessero giungere sulle isole, costituito da una serie di normali erogatori con esche rodenticide e da alcuni punti di cattura/monitoraggio fortemente attrattivi (rat hotel: scatole in legno contenenti diversi alimenti, materiali per la costruzione di nidi, esche rodenticide e snap-trap; trappole killer), disposti in punti strategici delle  isole, nelle zone portuali, in quelle con insediamenti umani e regolarmente frequentate da turisti, lungo i perimetri costieri nelle zone dove sostano più frequentemente imbarcazioni private.

Stesura di un contingency plan che descriva i protocolli di risposta a fronte di segnalazioni di presenza di ratti.

Le misure di bio-security nei confronti di Callinectes sapidus saranno definite nell’Azione A4 e saranno presumibilmente finalizzate a garantire il rilevamento rapido di nuovi esemplari/nuclei e l’attivazione di una procedura di Rapid response.

Le misure di biosecurity per le specie aliene vegetali comprenderanno: a) l’adozione di regolamenti od ordinanze specifiche da parte del PNG e/o del comune delle Isole Tremiti e del PDC e/o dei comuni competenti b) azioni di informazione per coinvolgere residenti e proprietari di seconde case, e gestori delle concessioni nel Litorale Brindisino, evitando che le specie eradicate e altre specie invasive oggi assenti siano piantate nelle proprietà private; c) monitoraggio, anche con il coinvolgimento degli stake-holders, e risposta rapida. Eventuali altre misure, non prevedibili a oggi, potranno essere definite nell’ambito dell’az. A2 e saranno contenute nel Bio-security Action Plan.

L’azione dovrà comprendere la stipula di accordi per l’ottenimento di autorizzazioni e definizione di protocolli relativi a problematiche specifiche da concordare con proprietari e altri soggetti responsabili delle aree e/o dei mezzi (imbarcazioni) interessati dall’intervento: autorità portuale, Capitaneria di Porto, gestori porti turistici, imprese di navigazione.

C6: Eradicazione locale di Callinectes sapidus nel Litorale Brindisino

La presenza del granchio azzurro in Puglia fa parte della storia recente degli ambienti marini locali, essendo stata censita solo dal 2006 (Gravili et al. 2010), nei bacini di Ugento del Salento (Puglia Meridionale, Mar Ionio Settentrionale). Da allora la sua distribuzione si è ampliata a macchia d'olio, sempre però legata a lagune, porti e acque di transizione, soprattutto grazie alla sua elevata plasticità ecologica che le permette di adattarsi a variazioni di salinità pressoché continue dalle acque dolci a quelle marine. Sono noti e fitti popolamenti sia lungo lo Ionio, dal Mar Piccolo di Taranto all'Ugento che lungo la costa adriatica, dai laghi Alimini ai laghi di Lesina e Varano, seppur con differenze di distribuzione stagionale (Mancinelli et al. .2017).

 

Obiettivi dell'azione

Per mitigare gli impatti della specie nel SAC Litorale Brindisino proponiamo di applicare un approccio pratico per rimuovere il granchio blu invasivo nel SAC, studiando e aggiornando le conoscenze attuali e fornendo dati utili per operazioni simili in aree più ampie. L'obiettivo generale dell'azione è l'eradicazione/riduzione della popolazione di granchio blu presente nell'area attraverso l'allontanamento selettivo della specie. Durante le attività preliminari studieremo la densità e la dinamica delle popolazioni di granchio blu, utilizzando come descrittori ecologici: abbondanza, distribuzione per classi dimensionali, rapporto tra i sessi, maturità sessuale, biomassa, ecc. L'analisi della distribuzione e dell'abbondanza fornirà dati per valutare l'invasività e il livello di insediamento del granchio azzurro nei diversi ambienti della SAC, utile per le azioni di gestione. Durante le attività di cattura verranno studiate le popolazioni di altre specie di crostacei autoctoni e alieni, possibili concorrenti delle specie bersaglio. Saranno inoltre monitorate le specie di interesse conservazionistico presenti nell'area e le cui dinamiche di popolazione potrebbero essere influenzate dalle attività del granchio azzurro (es. Aphanius fasciatus).

 

Pesca del granchio blu

In considerazione del fatto che quello che proponiamo è il primo tentativo di sradicare il granchio azzurro, le informazioni precedenti sono assolutamente scarse. Per questo motivo sia le indagini preliminari sia le attività finalizzate all'eradicazione saranno basate esclusivamente sulle catture con trappole, tecnica già sperimentata in precedenti attività sperimentali sulla loro dieta. Le attività preliminari e di eradicazione saranno quindi ampiamente compenetrate, e le catture dovranno essere accompagnate, durante il tentativo di eradicazione, da intense attività di monitoraggio per valutare l'andamento dell'eradicazione stessa e, se necessario, da modifiche ai protocolli di cattura definiti. Per questo abbiamo deciso di proporre un'unica azione concreta che comprenda anche attività preliminari e collaterali di indagine e monitoraggio. Preliminarmente verranno testati una serie di strumenti di pesca per la cattura dei granchi, differenti per dimensioni e tipologia di apertura al fine di verificare la migliore resa in termini di numero di catture e specie intercettate. Quelli che avranno i risultati migliori verranno poi utilizzati nelle successive attività di cattura. Una serie di trappole per granchi selezionate verrà dispiegata sul campo e quindi recuperata il giorno successivo. Le trappole verranno dispiegate in diversi habitat in cui il granchio riposa o si nutre. Non avendo informazioni su quanti esemplari costituiscono le popolazioni locali di granchi né sul grado di turnover e reclutamento, le tempistiche e le ripetizioni stagionali delle catture non sono al momento quantificabili. Per precauzione, seguiremo il principio della "pesca fino a quando non ci sono i granchi". Vuol dire in questo modo che le gabbie verranno riposte più volte nel campo fino a quando non verranno registrate più catture. A questo punto l'attività di pesca verrà interrotta e riprenderà nella stagione successiva. Per valutare l'abbondanza e la dinamica della popolazione, in ogni sito di campionamento e durante ogni stagione di campionamento, gli animali trovati nelle trappole saranno identificati tassonomicamente, conteggiati per numero di individui di ciascuna specie, sessuati, misurati morfometricamente e fotografati direttamente sul campo. Verranno rilasciati gli individui appartenenti a specie autoctone. per le specie autoctone di crostacei, per le quali è possibile un'interazione diretta con le popolazioni aliene, in termini di nicchia ecologica ed ecologia trofica, verranno presi i principali parametri di popolazione. In generale, gli individui appartenenti a popolazioni aliene verranno allontanati e gestiti, nel rispetto delle normative vigenti in materia di benessere animale (Reg. CEE 852/04, D.Lgs. 189/2004 e Reg. Pugliese 6/2016).

 

Risultati raggiunti

I risultati attesi a livello ecosistemico includono la diminuzione della pressione esercitata dal granchio azzurro sulle popolazioni autoctone e sull'intera comunità presente nell'area. In particolare, si prevede un migliore stato di conservazione delle specie di interesse comunitario che potrebbero far parte della dieta del granchio azzurro. Lo studio delle dinamiche di popolazione del granchio azzurro e delle altre specie presenti nell'area sarà utile per lo sviluppo di adeguate strategie future per la conservazione dell'area. Sebbene non siano ancora noti gli effetti diretti delle specie aliene sui servizi e le funzioni degli ecosistemi, l'ipotesi del "non fare nulla" è da scartare. Inoltre, tenendo conto delle ultime allerte a livello europeo sul problema delle specie aliene. L'Unione Europea è molto attiva nell'incoraggiare l'attuazione delle linee guida regolamentari in materia di controllo degli IAS. Ciò è evidente nelle varie attività al riguardo, come la Strategia sulle specie invasive (CE, 2008), la Direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino (MSFD; CE, 2008), la Strategia per la biodiversità (CE, 2011) e il regolamento sulla Prevenzione e gestione dell'introduzione e della diffusione di specie aliene invasive (UE, 2014). Appare più ragionevole sviluppare una politica di controllo delle specie, attraverso l'eradicazione che resta l'approccio primario per prevenirne l'ulteriore diffusione.

Monitoraggio dell'impatto delle azioni progettuali

D1: Monitoraggio scientifico

Habitat e specie vegetali 

Sia nelle Isole Tremiti che nel Litorale Brindisino, per valutare gli effetti delle azioni concrete sugli habitat di Direttiva verranno effettuate delle indagini floristico-vegetazionali, in due momenti successivi (primavera, estate-autunno) nel corso di ciascun anno, con la realizzazione di rilievi fitosociologici su tutte le isole. Il monitoraggio dovrà per quanto possibile seguire un approccio BACI (Before After Control Intervention), ossia, oltre alla ripetizione del monitoraggio negli stessi siti prima e dopo gli interventi concreti di conservazione, saranno disposti plot sia nelle aree di eradicazione delle piante aliene che in altre di confronto. Si prevedono complessivamente 16 gg all’anno con un numero minimo di 2 operatori. Sarà inoltre effettuata un’indagine su alcune specie vegetali endemiche e di interesse biogeografico, caratterizzanti e indicatrici degli habitat di interesse comunitario nelle Isole Tremiti. Sarà quindi effettuato un monitoraggio di queste specie (Allium diomedeum, Aurinia leucadea subsp. diomedea, Centaurea diomedea, Crambe hispanica, Daphne sericea), al fine di definire con precisione la loro distribuzione e abbondanza, prima e dopo lo svolgimento delle azioni concrete. Si prevedono 4 gg di monitoraggio nei mesi primaverili-estivi, da ripetere per 2 anni, utilizzando per giornata un numero minimo di 2 operatori. Gli interventi di eradicazione del senecione sudafricano (Senecio inaequidens) sul Gargano mirano all’eliminazione della specie dalla flora della Puglia. La specie si diffonde negli habitat prativi, dove giunge secondariamente all’invasione di strade e ferrovie. Pertanto, verrà attivato un monitoraggio lungo le principali vie di comunicazione (ferrovie, strade), con sopralluoghi da effettuare nel periodo di fioritura, quando la specie risulta di solito facilmente individuabile. Nonostante la specie abbia un lungo periodo di fioritura, che va da aprile a dicembre, sul Gargano essa è stata finora trovata in fiore in autunno e non vi sono dati sulla sua fioritura nel territorio in esame in primavera-estate. Pertanto, i sopralluoghi saranno realizzati nel periodo settembre-novembre. Per questo tipo di

sopralluogo si prevedono 7 gg per anno e un numero minimo di 3 operatori per giornata (1 guidatore e 2 passeggeri che controlleranno l’eventuale presenza di Senecio inaequidens sui due lati della strada. Ovviamente la determinazione dovrà essere confermata fermandosi in sicurezza per raccogliere un campione d’erbario, che dovrà essere conservato in modo da non disperdere semi né altre parti della pianta). Gli interventi di eradicazione delle piante aliene nel Litorale brindisino, prevedono l’impianto di specie autoctone con ecotipo locale nelle aree di eradicazione, in sostituzione delle specie aliene. Pertanto, verrà predisposto un monitoraggio finalizzato all’individuazione delle popolazioni di specie autoctone da campionare e al momento migliore per la raccolta dei semi (cut test per verificare che i semi siano maturi) e delle talee. Per questo tipo di monitoraggio si prevedono sopralluoghi settimanali nel periodo Aprile-Maggio (8 gg per anno) e un numero minimo di 2 operatori per giornata. Dopo l’eradicazione delle specie aliene, le aree di intervento saranno sottoposte a un monitoraggio bimestrale nel periodo aprile-ottobre (4 sopralluoghi all’anno in ciascun sito sottoposto a intervento, a partire dal 2021). Per questo tipo di monitoraggio sono previsti 8 gg per anno e un numero minimo di 2 operatori per giornata.

 

Specie animali 

L’intervento di eradicazione delle popolazioni di ratto mira principalmente alla conservazione delle popolazioni nidificanti di Calonectris diomedea e Puffinus yelkouan nelle Isole Tremiti. La valutazione dell’efficacia dell’azione si deve quindi basare su un’analisi dello status delle popolazioni nidificanti e del loro successo riproduttivo, prima e dopo l’eradicazione. Le due specie nidificano all’interno di cavità poste su piccole isole o falesie (in Sardegna). Dal momento che solo una piccola parte di tali cavità risulta ispezionabile, la valutazione della consistenza e dei parametri riproduttivi di tali specie è decisamente complessa. L’occupazione delle cavità potenzialmente idonee sarà verificata attraverso l’osservazione di uno dei due adulti in cova o il pullus all’interno della stessa o sfruttando i segni di presenza (escrementi all’ingresso o il tipico odore) o resti di uova o giovani predati e trascinati all’esterno da ratti. Altre informazioni utili a quantificare la popolazione p resente deriveranno dal conteggio dei raggruppamenti serali che gli adulti in riproduzione effettuano in vicinanza delle aree di nidificazione nell’attesa di entrare col buio nelle cavità. In linea con le indicazioni sopra elencate si prevedono sessioni intensive di monitoraggio a partire dal 2020 nei mesi di marzo (3 gg), aprile (6 gg), giugno (6 gg), luglio (3 gg) e settembre (3 gg), utilizzando per giornata 2-3 operatori. Per quanto riguarda il conteggio ai nidi, dopo ispezioni preliminari, verranno prese a campione aree idonee e vocate sulle Isole di San Nicola, Capraia e San Domino. Il metodo permetterà di stimare il successo riproduttivo e l’occupazone degli adulti al nido. I raft invece, verranno monitorati all’imbrunire, utilizzando 3 postazioni vantaggioso dalle tre isole prima menzionate. La scelta dei siti di avvistamento sarà ottenuta mediante ispezioni preliminari. Parallelamente allo studio sulle specie target saranno effettuate altre indagini sulla classe dei rettili, nello specifico su specie di Ofidi e Sauri (con particolare riferimento alla lucertola endemica Podarcis siculus sanctinicolai - Taddei, A. 1949) e sulle specie di Gasteropodi terrestri, rifacendosi anche pregresse esperienze maturate nell’ambito del LIFE14 NAT/IT/ 000544 PonDerat. La strategia di monitoraggio sarà individuata nelle prime fasi del progetto e per i metodi si farà riferimento ad altri esperienze LIFE e/o altri progetti nei quali i taxa indicati sono stati utilizzati per valutare l’efficacia dell’azione di eradicazione. Anche per questi gruppi il monitoraggio sarà svolto prima, durante e dopo le eradicazioni. Durante le attività di trappolaggio di Callinectes sapidus nel Litorale brindisino, saranno investigate le popolazioni di altre specie di crostacei autoctoni e alieni, possibili concorrenti della specie bersaglio e quindi favoriti dalla sua eradicazione. Inoltre, saranno monitorate le specie di interesse conservazionistico presenti nell'area e le cui dinamiche demografiche potrebbero essere influenzate dalle attività del granchio blu (ad esempio Aphanius fasciatus). Questa attività rientra in quelle previste dall’azione C6, così come i relativi costi.

D2: Monitoraggio degli effetti socio-economici e culturali

Il principale beneficio socio-economico derivante dal progetto è la riduzione del rischio sanitario. Infatti, i roditori sono implicati nella trasmissione all'uomo di numerose zoonosi (cf. Capizzi e Santini, 2007, I roditori Italiani. Antonio Delfino Editore). L’eradicazione del ratto nero comporterà una riduzione del rischio sanitario per gli abitanti/frequentatori delle isole di San Nicola e San Domino (circa 480 residenti in totale, esclusa l’affluenza turistica estiva). Le popolazioni presenti sulle due isole abitate sopra menzionate sono oggetto di costanti interventi di controllo mediante distribuzione di rodenticidi. Tali interventi comportano rischi di intossicazione per specie non-target (inclusi gatti e cani domestici), quali i rapaci, per via della predazione operata su ratti avvelenati. Le azioni di progetto proposte, una

volta a regime il problema, risolveranno tale rischio perché le esche utilizzate come misura di biosicurezza avranno la funzione di intercettare sporadici ingressi di ratti, ed il rischio per la fauna non bersaglio sarà infine praticamente nullo.

Anche i costi economici legati alla presenza dei ratti sono significativi, riguardando sia perdita di prodotti agricoli (non stimabili in quanto prevale largamente la produzione per autoconsumo) e spese per proteggere colture e animali domestici dai ratti, sia danni a manufatti e attrezzature, sia il costo sostenuto da privati e imprese per attività di disinfestazione. Con le azioni di comunicazione ci si propone di diffondere la consapevolezza su queste problematiche legate ai ratti e sugli impatti causati dalle specie aliene in generale, al fine di ridurre le immissioni volontarie e involontarie in natura, sulla necessità di destinare risorse pubbliche a questa problematica, di favorire una maggiore accettazione degli interventi di controllo ed eradicazione, a livello sia locale che generale.

Anche gli interventi sulle piante aliene dovrebbero permettere di incidere sulla percezione della comunità locale e dei turisti rispetto a questa problematica, affrontata per la prima volte nelle Isole Tremiti e già oggetto di precedenti azioni che coinvolgevano gli stakeholders locali nel Litorale Brindisino. Ci si attende anche che la realizzazione di un intervento che comporta evidenti ricadute socioeconomiche positive come la rimozione di ratti da isole abitate e/o con elevata presenza turistica possa produrre un notevole consenso verso gli enti proponenti, la Rete Natura 2000 e la UE.

L'elevata frequentazione turistica delle isole Tremiti e la modalità di accesso alle isole, cioè per pochi ingressi obbligati, faciliterà la possibilità di veicolare informazioni sul progetto e in particolare i messaggi sulle problematiche legate alle specie aliene, permettendo di raggiungere una vasta platea di cittadini.

Da un punto di vista ecosistemico, la rimozione del ratto (e in misura minore dell’ailanto) sulle isole Tremiti avvierà una dinamica di recupero della comunità vegetali e faunistiche autoctone, favorendone la diversificazione e migliorando la complessità della rete trofica. Ciò garantirà il ripristino/miglioramento di importanti servizi ecosistemici derivanti da specie di flora e fauna locali quali impollinazione, difesa dall’erosione dei versanti, sequestro del carbonio e resilienza rispetto ai cambiamenti climatici.

D3: Valutazione del ripristino delle funzioni dell’ecosistema

Valutazione del miglioramento delle funzioni degli ecosistemi nelle aree di progetto dopo l’eradicazione di specie invasive che ne condizionano struttura e funzioni. Per valutare il recupero della funzionalità dell'ecosistema si analizzeranno i vari livelli trofici e i valori di biodiversità e biomassa. È noto, infatti, che la perdita di biodiversità influenza negativamente il funzionamento degli ecosistemi (p.es. Food-web constraints on biodiversity–ecosystem functioning relationships, Thébault & Loreau, PNAS 2003), e l'analisi delle reti trofiche può essere un utile strumento di studio per valutare l'impatto. Obiettivo della presente azione, quindi è quello di valutare il cambiamento nei vari livelli trofici seguito alla rimozione dei ratti e dell’ailanto nelle Isole Tremiti e di piante aliene e Callinectes sapidus negli ambienti dunali e in quelli dulcacquicoli del Litorale brindisino. I dati derivanti dal monitoraggio dell’efficacia delle azioni saranno utilizzati per una valutazione del cambiamento nello stato delle funzioni dell’ecosistema. Per tale scopo, verranno misurati parametri di biodiversità e biomassa inerenti tre diversi livelli della catena trofica: produttori primari (piante), consumatori primari (invertebrati), consumatori secondari (rettili lacertidi). Ciò permetterà di verificare se la rimozione di IAS che condizionano gli ecosistemi saranno seguiti da un parallelo incremento nelle specie autoctone, come è stato verificato ripetutamente, in particolare, in isole oggetto di eradicazione dei ratti. A differenza dell'azione D1, quindi, questa azione considererà i vari livelli trofici nel loro complesso, valutando così le interazioni che esistono tra di essi. In sostanza, quello che si va a verificare non sono gli incrementi dei vari gruppi faunistici singolarmente, ma il cambiamento di un intero processo, vale a dire il recupero delle funzioni dell'ecosistema L'azione sarà avviata contestualmente con la definizione delle attività monitoraggio scientifico e si concluderà al termine del progetto. I dati raccolti nel corso dell'azione saranno utilizzati per il monitoraggio degli indicatori (Project Specific Indicators)

Sensibilizzazione del pubblico e diffusione dei risultati

E1: Pianificazione ed esecuzione della diffusione

Elaborazione del Dissemination plan comprendente definizione di criteri omogenei per progettazione, realizzazione e gestione delle dissemination activities, redazione di un piano di comunicazione, definizione di un’immagine coordinata di progetto (logo, format grafico, slogan) per i prodotti realizzati nelle varie azioni, la definizione dettagliata di prodotti e attività. Identificazione degli stakeholder e definizione delle attività mirate a facilitare lo svolgimento dell’azione; fra gli stakeholders sono compresi gli operatori economici che potrebbero essere favoriti dalla protezione della natura e delle berte in particolare, e quindi sostenere il progetto presso l’intera comunità locale (già oggi vi sono offerte turistiche legate alle berte, come giri notturni in barca per l’ascolto del canto).

Definizione dettagliata delle attività mirate a comunicare scopi e risultati del progetto verso il pubblico generale e verso specifici target audiences. Nella definizione del Dissemination Plan si terrà conto delle esperienze maturate in numerosi altri progetti concernenti le IAS (compreso the ongoing LIFE Project ASAP Alien Species Awareness Programme) e in particolare quelli implementati in piccole isole abitate. Si cercherà di privilegiare una comunicazione basata su messaggi positivi: protezione delle specie simbolo delle Tremiti, chiamate in passato Isole Diomedee, miglioramento delle condizioni di vita della popolazione (danni economici provocati dai ratti, costi per Rodent control, rischi sanitari), salvaguardia del paesaggio naturale originario della costa del Litorale Brindisino. Il Dissemination plan sarà completato entro giugno 2020.

Networking with other projects (LIFE and non-LIFE). L’azione sarà realizzata in continuità con la medesima attività svolta in altri progetti LIFE con azioni concrete sulle specie aliene dove il beneficiario NEMO era coinvolto come associated beneficiary or sub-contractors (LIFE14 NAT/IT/000544 PonDerat, LIFE13NAT/IT/000471 Resto con LIFE, LIFE12 NAT/IT/000416 “LIFE Puffinus Tavolara”, LIFE08NAT/IT/000353 "Montecristo2010"); la rete di relazioni acquisite nei progetti elencati sarà allargata con quelle di tutti gli altri beneficiari. Si prevede di svolgere azioni di networking con i beneficiari di altri progetti LIFE in corso o conclusi che hanno campi d’azione simili, e anche con beneficiari e consulenti scientifici di progetti non-LIFE affini. Si prevede inoltre di avere frequenti scambi di informazioni con i referenti di gruppi di lavoro europei ed extraeuropei con esperienze significative nei campi di interesse del progetto (si segnala in particolare Island Conservation per la gestione delle specie animali aliene nelle isole). Prevista la presentazione del progetto in almeno 3 convegni europei (organizzati in progetti LIFE e non-LIFE) al fine di favorire replication and transfer delle tecniche e soluzioni adottate. L’attività sarà svolta per l’intera durata del progetto

Sub-Action E1.2 Developing of the Dissemination Pack – La messa in atto del Dissemination Pack comprende:

Sito web bilingue, con immagini e video di aree, specie e azioni di progetto, informazioni istituzionali (ad es. avvisi di selezione di collaboratori), aggiornamenti sull’avanzamento delle azioni, documenti scaricabili. La creazione di un account su una o più piattaforme di social network permetterà di diffondere rapidamente ed efficacemente le news su avanzamento del progetto e obiettivi raggiunti. Il sito sarà online entro 6 mesi dall’avvio del progetto.

Produzione di materiali divulgativi – Saranno realizzati almeno 6 diversi opuscoli (Rete Natura 2000 nel PNG e PD sulla Rete Natura 2000; descrizione di obiettivi e azioni del progetto; lotta alle specie aliene nelle Isole Tremiti; Senecio inequidens; uccelli marini nidificanti nelle Isole Tremiti; Callinectes sapidus), ciascuno dei quali stampato in 1000 copie. Realizzazione di 500 copie del Layman’s report in formato A4, di 8 pagine a colori con testi in italiano e inglese. Notice boards: realizzati e posizionati nelle 2 isole principali delle Tremiti e nelle principali vie di accesso alla costa nel Litorale Brindisino. Altri pannelli saranno dedicati a aspetti specifici: mito delle berte nelle isole Tremiti e la loro protezione, impatto delle specie aliene nelle isole, interventi per la protezione degli ecosistemi costieri. Stesura e diffusione di un manuale bilingue per replicabilità e trasferibilità del progetto in altre aree geografiche, destinato ad amministrazioni locali, enti parco, enti gestori dei siti Natura 2000 e altri stakeholders, che illustra come trasferire il progetto in altre realtà facendo ricorso a metodologie e tecniche che si saranno dimostrate efficaci. Particolare risalto sarà dato all’esame di costi e benefici socio-economici, di primaria importanza per la replicabilità di azioni come le eradicazioni dei ratti in isole abitate e il contenimento/eradicazione di Callinectes sapidus in bacini salmastri interessati da pesca e acquacoltura estensiva.

Produzione di materiali video – Installazione di web-cam su almeno 3 nidi di Calonectris diomedea e/o Puffinus yelkouan sull’esempio di quanto fatto con successo in progetti analoghi nell’Arcipelago Toscano e a Tavolara. Realizzazione di almeno 3 brevi video, con testo in italiano e sottotitoli in inglese, su obiettivi del progetto, messa in atto delle azioni e risultati conservazionistici. Incontri con popolazione e stakeholders, convegno finale.

Incontri con la popolazione e proprietari di seconde case nelle Isole Tremiti, nel territorio continentale del PNG e presso il PDC.

Incontri con gli stakeholders nei territori di PNG e PDC: operatori turistici (incluse compagnie private di navigazione), pescatori, coltivatori diretti, referenti dei soggetti gestori di rete stradale e ferroviaria e delle Amministrazioni comunali nelle aree di presenza e possibile diffusione di Senecio inequidens.

Convegno finale organizzato in modo da coinvolgere comunità locali e stakeholders.

Una giornata sarà dedicata a manager of Protected areas and Natura2000 sites per favorire la replicabilità del progetto in altri contesti analoghi e  esaminare l’efficacia delle soluzioni adottate. Un evento separato sarà svolto anche presso il Litorale Brindisino, per favorire la partecipazione di popolazione e stakeholder locali.

Media work – Attività rivolte a diffondere presso il pubblico generale contenuti e risultati del progetto, e a favorire la diffusione delle esperienze maturate e la replicabilità presso soggetti e stakeholders: conferenze stampa, comunicati stampa, articoli e report da diffondere presso media generalisti e mediante i canali più opportuni per i diversi target audiences.

L’azione si svolgerà per l’intera durata del progetto.

E2: Attività didattica nelle scuole

Il programma prevede lo svolgimento di attività didattiche con le scuole di I e II grado nei comuni del PNG (in particolare alle Isole Tremiti) e nel PDC. Scopo del programma di educazione ambientale è quello di accrescere, in buona parte della comunità residente, la coscienza del valore del territorio e dei corretti comportamenti da tenere per la salvaguardai della biodiversità.   Il modulo didattico si articolerà in un intervento in classe ed una visita guidata alle aree di progetto. Le attività saranno affidate ad esperti nel settore dell’educazione ambientale che hanno già operato in programmi di educazione ambientale all’interno di progetti di conservazione. Si prevede il coinvolgimento delle scuole del PNG e del PDC per 50 classi/annue (corrispondenti a ca 4000/4500 alunni)

Sarà realizzata un’Aula didattica e realizzati kit didattici.