Il comune di Isole Tremiti è localizzato a circa 12 miglia a Nord del Gargano. È costituito da tre isole maggiori (San Domino, San Nicola, Caprara) un isolotto posto fra le tre isole (il Cretaccio), e da un’isola minore (Pianosa) non interessata dal progetto.
Il sistema delle Isole Tremiti, oltre che dall’unicità geomorfologica, è caratterizzato da un articolato mosaico in cui possono essere distinte le biocenosi stabili dei boschi di pino d’Aleppo, estesi su larga parte di San Domino, formazioni di macchia a diversi livelli evolutivi e un modesto nucleo di bosco a Quercus ilex (non indicato come habitat ma di notevole importanza per la comprensione dei potenziali fenomeni evolutivi), formazioni di falesia a suffrutici alofili e alonitrofili -ricche di endemismi-, garighe e pascoli aridi derivati dai processi di colonizzazione e abbandono agro-silvo-pastorale, di notevole importanza per la flora.
Le isole sono inoltre caratterizzate dalla presenza di colonie riproduttive di uccelli marini importanti a livello Mediterraneo e dall’abbondante passaggio di uccelli migratori che le utilizzano come aree di sosta e foraggiamento.
La ZPS è coperta per il 10,6% da insediamenti antropici, il 9,6% da aree agricole eterogenee, il 40% da boschi (quasi esclusivamente pinete), il 31,8% da garighe e praterie aride, l’8,1% da coste rocciose.
La zona del Parco Nazionale del Gargano è caratterizzata dalla presenza della specie aliena Senecio inaequidens in situazioni ruderali vicino ai margini stradali e le ferrovie. Attualmente il senecione sudafricano non si rinviene in habitat protetti dalla Direttiva, ma considerata la forte capacità invasiva di questa specie esiste il rischio concreto che in assenza di azioni di eradicazione essa possa in un prossimo future invadere le
praterie aride circostanti, in particolare l’habitat 62A0 “Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneretalia villosae)” e l’habitat prioritario *6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometea) con stupenda fioritura di orchidee”.
Il rischio per gli habitat sopracitati è dovuto a una possibile futura diffusione della specie è elevatissimo, in quanto legato sia alla perdita di valore di ambienti dove le specie autoctone caratterizzanti vengono in parte sostituite da una specie aliena invasiva, sia perché questa specie è tossica per il bestiame domestico e può essere causa o concausa di fenomeni di abbandono che mettono a rischio la permanenza a lungo termine degli habitat di prateria. Trattandosi di estesissimi comprensori degli habitat succitati, che si estendono anche al di fuori dei Siti Natura2000, la loro importanza a livello regionale, nazionale e comunitario è da considerare
Elevata. La loro estensione è ciò che permette anche la presenza di importanti popolazioni di specie animali di interesse comunitario legate agli ambienti steppici.
Le isole sono inoltre caratterizzate dalla presenza di colonie riproduttive di uccelli marini di notevole importanza a livello Mediterraneo e dall’abbondante passaggio di uccelli migratori che le utilizzano come aree di sosta e foraggiamento.
Le aree di progetto, come tutta la parte terrestre del Sito, sono interamente comprese nel Territorio Naturale Regionale Parco “Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo”. L’area terrestre della ZSC (415 ha) è costituita per il 22,5% da aree di interesse naturalistico, per il 66,7% da aree agricole, per il 6,9% da strutture di servizio alla fruizione della costa, per il 3,3% da aree di sedime di infrastrutture stradali e per lo 0,6% da aree residenziali.
La maggior parte delle aree (88,4%) risultano essere di proprietà privata, ad eccezione delle aree (2,7%) acquisite dal Comune di Ostuni per la realizzazione di diversi progetti finalizzati alla tutela della biodiversità e alla fruizione sostenibile del Parco delle Dune Costiere (recupero naturalistico con fruizione della zona umida e rifunzionalizzazione dell’antico impianto di acquacoltura di Fiume Morelli, demolizione di lidi abusivi e realizzazione del centro visite “Casa del Mare”, riqualificazione ex cava di Pezza Caldara), e delle aree di competenza dell’ANAS (3,5%). Le aree demaniali sono limitate a una stretta fascia costiera e all’alveo delle acque pubbliche (5,4%).
Si tratta di un sito che si estende soprattutto in mare. La sua parte terrestre è costituita da una fascia di coste sabbiose con ambienti dunali e retrodunali, spesso a contatto con insediamenti turistici, e si estende nell’interno in una zona limitata caratterizzata da praterie aride.
Gli habitat dunali e retrodunali e presenti nel SIC Litorale Brindisino risultano avere un’ampia valenza conservazionistica in senso comunitario, in quanto le comunità floristiche ivi presenti hanno frequentemente carattere di endemicità rispetto al contesto fitogeografico di riferimento. In virtù di ciò, il progetto assume particolare rilevanza conservazionistica in quanto il controllo delle IAS favorirà la salvaguardia delle peculiarità floristiche intrinseche agli habitat di interesse comunitario oggetto di intervento.
Il progetto assume un carattere dimostrativo di estremo valore in quanto permetterà di acquisire importanti informazioni sull’invasione del sito da parte di Callinectes sapidus, specie bentonica primariamente predatrice, che minaccia due specie di interesse comunitaerio presenti nella zona: la testuggine palustre europea (Emys orbicularis) e il nono (Aphanius fasciatus).